Un semplice test ci può dire se un soggetto che ha in famiglia una persona con tumore di stomaco può essere predisposta a svilupparlo anche lui. Tutti sappiamo che occuparsi dei tumori significa lavorare per la prevenzione. Questa si realizza attraverso piani di screening messi in atto dal governo sulle popolazioni a rischio.
Cosa vuol dire? La politica sanitaria deve difendere la popolazione dalle malattie. Uno die metodi più importanti è appunto lo screening cioè eseguire una serie di esami “a tappeto” sulle parti di popolazioni che vengono considerate a rischio per certe malattie. Il tumore dello stomaco non è una malattia con grande incidenza nella popolazione italiana e quindi lo stato italiano non ritiene giusto impegnare risorse economiche per prevenirlo.
Ciò che si può fare a livello individuale è consultare lo specialista quando si ritiene insieme al medico curante che ci possano essere rischi di sviluppare questo tumore.
Il ''tumore di Napoleone'' figura all'ottavo posto tra gli uomini e al sesto tra le donne, con 13mila nuovi casi attesi nel 2017 in Italia e con una mortalità a 5 anni del 31,8%. Risulta quindi estremamente importante poter contare su una diagnosi precoce, con la possibilità di essere presi in carico in Centri di eccellenza da un team multidisciplinare, sia in termini di prevenzione che di qualità di vita per i pazienti durante e dopo i trattamenti. E’ fondamentale una corretta alimentazione e l'indagine genetica per quelle famiglie colpite da più tumori gastrici.
Recentemente è stata definita una rara forma di cancro gastrico diffuso ereditario, legata a mutazioni germinali del gene CDH1 che conferiscono un aumentato rischio di sviluppare non solo il carcinoma gastrico diffuso ma anche, nelle donne, il carcinoma lobulare della mammella. Gli individui sani con mutazioni patogenetiche del gene CDH1 sembrano infatti essere candidati ad una gastrectomia totale (asportazione dello stomaco) profilattica
E'possibile quindi ricercare le mutazioni germinali del gene CDH1 attraverso un test genetico (su sangue o su tessuto tumorale) che viene effettuato dopo un'adeguata consulenza genetica. Si stima che nei portatori di mutazione CDH1, infatti, il rischio cumulativo di cancro gastrico diffuso, prima degli 80 anni d'età, sia del 70% per gli uomini e del 56% per le donne. Si stima inoltre che, nelle donne con mutazione CDH1, il rischio cumulativo di carcinoma lobulare della mammella prima degli 80 anni sia pari al 42%.