Bypass Gastrico
L’intervento, il più diffuso al mondo ed anche nel nostro centro, consiste nella separazione del tratto superiore dal resto dello stomaco (che non viene asportato); questo tratto superiore viene poi collegato al primo tratto dell’intestino tenue denominato “digiuno” .
Il tratto più grande dello stomaco rimane quindi escluso dal passaggio del cibo (che passa direttamente nel bypass).
Si basa a grandi linee sull’induzione di un precoce senso di sazietà con una frequente avversione per i cibi dolci.
La permanenza in sede della gran parte dello stomaco esclusa e quindi non esplorabile con la normale gastroscopia ha creato in passato grandi perplessità oggi risolte grazie all’utilizzo di metodiche altamente specialistiche come la TC spirale ed altre.
I pazienti sono informati che l’esclusione funzionale dello stomaco renderà più complessa la diagnostica su di esso nel loro futuro e complicherà l’accesso endoscopico alla via biliare per un’eventuale calcolosi della stessa.
Le possibili complicanze dell’intervento sono quelle classiche della chirurgia addominale maggiore, in particolare la deiscenza dell’anastomosi (cioè la incompleta cicatrizzazione della zona ricostruita) e l’emorragia.
A distanza di tempo si possono avere carenze di ferro e vitamina B12, facilmente correggibili, la dilatazione della tasca gastrica (porzione in alto dello stomaco) con possibile parziale recupero del peso, la deiscenza anastomotica (v.sopra) o la stenosi (cioè il restringimento).
Si tratta di un intervento dai risultati veramente rilevanti con un’ottima qualità di vita. La perdita di peso media in letteratura e nel nostro centro è intorno al 70% del peso in eccesso e si può ottenere la remissione del diabete alimentare nel 83% dei casi.
Figura: Si nota che lo stomaco è stato sezionato ma non asportato. Il moncone (cioè la piccola parte in alto dello stomaco) viene collegato con il digiuno.