Tumore Gastrico (dello Stomaco)
Non sappiamo quali siano le cause dell’insorgenza del tumore ma sappiamo che fattori quali la familiarità della malattia, l’ambiente in cui si vive, il tipo di alimentazione, il fumo, l’alcool e altri agenti tossici possono favorirne la crescita.
Si tratta di un tumore molto frequente nell’est asiatico ma meno frequente in Italia e in Europa. Colpisce in genere le età avanzate ma non risparmia quella giovane. La sopravvivenza a distanza è molto bassa in Italia a causa della difficoltà nella diagnosi che è spesso tardiva. Nel nostro Paese infatti non è previsto un programma di screening per il tumore di stomaco, così come avviene per la mammella oppure per il colon-retto. Lo screening è quel programma di controlli che lo Stato propone ai cittadini a rischio di un certo tipo di tumore ma chiaramente, non potendo affrontare spese così ingenti, si rivolge alle patologie più frequenti.
Video del Dr. Marcello Lucchese: Tumore Gastrico (dello Stomaco)
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Lo stomaco si trova nell’addome in continuità con l’esofago in alto e con il duodeno in basso. Lo stomaco produce un acido molto potente, l’acido cloridrico, in grado di sciogliere il cibo che noi ingeriamo. Questo è l’inizio del processo di digestione. Inoltre produce enzimi, che altro non sono che proteine “specializzate”, in grado di sciogliere alcuni componenti del cibo, specialmente le proteine. La digestione, in genere in circa tre ore, riduce tutto il cibo in una quantità liquida che prosegue nel duodeno dove si completerà la digestione stessa.
La parete interna dello stomaco si chiama mucosa ed è quella che noi siamo in grado di vedere quando andiamo ad esplorare l’organo dall’interno con l’endoscopia, facciamo cioè la gastroscopia. L’operatore, quando valuta la presenza di una lesione “a rischio”, prende un piccolo frammento di questa mucosa e la invia al patologo per l’esame istologico (biopsia).
Quando sospettare qualcosa e recarsi dal proprio medico?
Ovviamente non ci sono segni che ci possano indicare la presenza di un tumore dello stomaco ma possiamo dire che è bene non sottovalutare alcune cose: dolori all’addome ricorrenti, disappetenza, perdita di peso non giustificata, stanchezza continua, nausea e vomito in assenza di forme infettive. Ma la cosa più importante da valutare è la presenza di sangue nel vomito oppure nelle feci. In questo caso esse appariranno completamente nere, come la pece (feci picee/melena).
Come si fa la diagnosi?
Come accennato sopra, la diagnosi è oggi abbastanza semplice e si basa sulla gastroscopia. Il paziente si reca digiuno in endoscopia dove il medico introduce dopo una modesta anestesia locale lo strumento, un tubo flessibile, dalla bocca verso lo stomaco. Una volta giunto nello stomaco stesso studia la mucosa gastrica e se vede una lesione che non lo convince esegue un “pizzicotto”, cioè la biopsia che invia al patologo. In caso che la diagnosi preveda la presenza di un tumore maligno si eseguirà poi una TAC, cioè una sorta di ecografia più sofisticata per valutare l’eventuale diffusione del tumore ad altri organi.
Cosa si fa a questo punto?
La terapia è di solito la chirurgia ma spesso questa viene associata alla chemioterapia e alla radioterapia. La scelta dipende dall’età e dalle condizioni cliniche del paziente, dalla sede e dallo stadio di diffusione del tumore.
La chirurgia gastrica consiste nell’asportazione dello stomaco che coinvolge il tumore. Si può asportare una parte dello stomaco oppure tutto a seconda di dove si trova. Questo lo decide il chirurgo che asporterà nello stesso tempo anche i linfonodi della zona. Il tumore infatti si diffonde attraverso i vasi linfatici e quindi si cerca di portare via le stazioni linfatiche locali per capire se vi sia stata diffusione a distanza oppure no.
La chemioterapia può precedere l’intervento chirurgico (preoperatoria o neoadiuvante), oppure seguire l’intervento stesso (adiuvante). Essa mira a distruggere le cellule tumorali il più possibile per ridurre la difficoltà dell’intervento oppure per limitare la diffusione a distanza.
La radioterapia si può effettuare anch’essa prima dell’intervento chirurgico (neoadiuvante) per ridurre le dimensioni del tumore, oppure dopo l’intervento chirurgico (adiuvante). Il suo utilizzo nel trattamento del tumore dello stomaco è ancora oggetto di studi clinici.